Giampaolo Spinato - Il cuore rovesciato


Giampaolo Spinato

Il cuore rovesciato

finalista 1999

Mondadori, 1999

 

Visto con gli occhi di un bambino il mondo appare trasfigurato: fiocchi di neve cadono come ostie sulla punta della lingua da universi inesauribili scomposti e ricomposti in un meraviglioso ploliferare di scatole cinesi, e il «coniglio nudo» del pranzo di Natale raggomitolato nella mangiatoia al posto di Gesù Bambino prefigura l’Agnello Pasquale. Dai camini esalano creature terribili e filamentose che vagano sui tetti e, come in certe fantastiche cosmogonie primitive, l’abbaiare di cani-fratelli nella notte è una lingua misteriosa da decrittare. I genitori, come tutti i “grandi”, faticano a seguire la sensibilità infantile che ne smaschera i segreti. I rimorsi degli adulti si snudano nel ricongiungimento onirico con il dolore e la privazione primigeni che vi sono contenuti. Intimo e magico come a volte sa essere il ricordo di antiche cicatrici, lo sfondo in cui si ambienta la storia di “Gianpaolo con la enne” e del “comandante Seba” – e delle loro madri, di natali e classi differenti – attraversa gli Anni Sessanta e la periferia della metropoli (Milano) punteggiata dalle ciminiere della Snia Viscosa, della Tonolli, della Metalli Preziosi, tra Varedo, Sesto e Meda, in mezzo agli operai dell’Alfa e della Breda. Tutti nomi di un’industria favolosa cresciuta per generazioni tra città e campagna prima, molto prima che appetiti speculatori erodessero l’archeologica coabitazione di cascine, campi, verde e aziende tessili, chimiche, metalmeccaniche in cui si imbastardivano dialetti, classi e lingue di ogni provenienza. Per accompagnare un’epoca ci vuole sempre una lingua nuova, e la magia tenera, inquieta, dei piccoli protagonisti ne inventa una capace di dar forma e prospettiva a una trasformazione piena di lusinghe e contraddizioni, quella del famoso Boom Economico e del miracolo italiano. E, inseguendo i loro giochi, le loro fulminanti esplorazioni, una scrittura ricettiva e sinuosa ne scolpisce le invenzioni, snodando insieme a loro il groviglio di speranze e sogni che riceveranno in dote, insieme al rimosso del segreto più bruciante. Premio Selezione Campiello 1999 e Finalista al Premio Alassio “Un Autore per l'Europa” nello stesso anno. Edizione integralmente rivista dall’autore, insieme ad altre parti inedite contiene anche la “Canzone in odio e in lode di un Paese” e la Postfazione di Massimo Onofri. Hanno detto del “Cuore rovesciato”: Enzo Siciliano: “Una penna a punta fine” (La Repubblica) Gianfranco Ravasi: “Suggestivo per la sua lettura del mondo” (Avvenire) Enzo Di Mauro: “Uno sguardo che allucina, disossa, scarnifica” (D di Repubblica) Ermanno Paccagnini: “Un autore dal polso narrativo sicuro e naturale” (Il Sole 24 Ore) Luca Doninelli: “Coro di voci trasognate, urlanti, bisbiglianti...” (Il Giornale) Giovanni Pacchiano: “Sensibile nel registrare i trasalimenti di un mondo che cambia” (Corriere della sera) Franco Brevini: “I bambini incalzano con la loro lingua immaginosa e gli adulti rispondono con quella più roca della cognizione del dolore” (Panorama) Maria Vittoria Vittori: “Il bambino Gianpaolo è di quelli che si interrogano, allacciano fili invisibili agli adulti, e riescono a capire, attraverso le misteriose vie dell’intuito…” (L’Indice) Giampaolo Spinato (Milano, 1960) ha pubblicato “Pony Express” (Einaudi, 1995), “Il cuore rovesciato” (Mondadori, Premio Selezione Campiello 1999), “Di qua e di là dal cielo” (Mondadori, 2001), “Amici e nemici” (Fazi, 2004), “La vita nuova” (Baldini Castoldi Dalai, 2008), “La Bambina” (Indie, 2014). Scrittore, giornalista freelance e docente universitario, scrive per il teatro e ha fondato “Bartleby – Pratiche della Scrittura e della Lettura”.

 

Nessun commento:

Posta un commento