Piero Meldini - L'antidoto della malinconia


Piero Meldini

L'antidoto della malinconia

finalista 1996

Edizione, 1996

 

Siamo alla fine del Seicento, secolo avventuroso e abbagliante, nonché intriso di umor nero – quella «malinconia» che nutre sia i geni sia i suicidi. Gioseffo, erudito eccentrico, persegue il fantasma di un’opera intitolata L’antidoto della malinconia e stila lunghe lettere a un cardinale (immagine di ogni potente) che dovrebbe benevolmente proteggerlo. La sua figlioccia, l’aristocratica Matilde, si incapriccia di un giovane sgradito alla sua famiglia e precipita nel mal d’amore. I destini di questi due malinconici sono intrecciati – e accomunati dall’indifferenza con cui il mondo li guarda, al pari dei potenti che «non vedono e non sentono». Intorno, una realtà fosca, intessuta di presagi. A Carnevale, in un tetro palazzo, ha luogo una compunta e grottesca seduta dell’Accademia dei Pennuti. Un mostro bicefalo viene esibito nella bottega di un barbiere. Un immane sciame di farfalle compare sulla facciata della cattedrale, lasciando dietro di sé una pozza di sangue. Con il suo tocco sicuro e preciso, Meldini è riuscito a fare della malinconia sostanza di romanzo. Ed è una specifica malinconia da «fine secolo». Che si tratti del Seicento o del nostro non fa grande differenza.

 

Nessun commento:

Posta un commento