Valerio Valentini - Gli 80 di Campo Rammaglia


Valerio Valentini

Gli 80 di Campo Rammaglia

Opera prima 2018

Laterza, 2018

 

«Ebbene, sì: Marinelli, De Marco e Michelini sono effettivamente gli unici tre cognomi presenti a Camporammaglia. E anzi: a voler essere rigorosi, già i De Marco sono un’intromissione piuttosto recente, di quando – una trentina d’anni fa – un paio di piacenti figliole di Camporammaglia si andarono a far scegliere, una appresso all’altra, da due ragazzotti, tra loro cugini, di Foce di Sassa. Liquidati dunque i nuovi arrivati, non restano che Michelini e Marinelli. Che tra loro da sempre si parlano, si sopportano, si sposano, ma che pure restano divisi da una indefinibile diffidenza reciproca, un sospetto animalesco che ciascun camporammagliese inconsciamente metabolizza negli anni dell’infanzia.» Camporammaglia è un paese come ce ne sono tanti nell’entroterra abruzzese, fagocitato dagli Appennini a 800 metri d’altezza, a mezz’ora di macchina dal primo supermercato. Ci vivono, in una orgogliosa e disperata indifferenza rispetto al resto dell’universo, più o meno ottanta persone, tutte con gli stessi due o tre cognomi, tutte aggrappate a un’apatia che le protegge e le condanna. Ma l’idillio è solo apparente, l’inviolabilità delle leggi dei padri è inevitabile che crolli quando la Storia finalmente irrompe, anche a Camporammaglia. Il terremoto, nella primavera del 2009, arriva a sconvolgere quell’intricato garbuglio di relazioni che da sempre tiene uniti gli abitanti del posto. E così, com’è già avvenuto in passato di fronte a eventi più o meno epocali – poco importa che si trattasse del prolungamento della statale, della costruzione della piazza o della comparsa della prima televisione – Camporammaglia muta nella sua eterna fissità: continua ad arrendersi, e a resistere, come rimanendo sull’orlo di una capitolazione che però non avviene mai del tutto. Gli 80 di Camporammaglia è un romanzo corale, un intrico di storie dense di coraggio e afflizione, un racconto che con impeto realista testimonia di un modo di stare al mondo che sembra già appartenere a un’epoca superata.

 

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