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Vincitore 1990 |
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Vittorio Sgarbi |
1989 |
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Davanti all'immagine |
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Rizzoli |
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Provocatorio, tempestoso e tempestivo, irriducibile in memorabili scontri televisivi, intervistato ininterrottamente su severissimi quotidiani e su periodici popolari a grandissima diffusione; superbo e generoso; bello, viziato, amato / odiato, detestato / idolatrato, questa è l'immagine che il grande pubblico ha di Vittorio Sgarbi, un'immagine netta, che non ammette sfumature o vie di mezzo, e che lo stesso Sgarbi ha contribuito a costruire con naturale spirito polemico. Un'immagine che tuttavia nasconde una verità più profonda, qui disvelata: Vittorio Sgarbi è uno dei più seri e preparati studiosi italiani di storia dell'arte. Questo libro ci guida alla conoscenza del lavoro di Vittorio Sgarbi, ci introduce nella sua bottega — e così lo sentiamo parlare degli artisti e dei quadri che ama, ci insegna a distinguere tra veri e falsi, ci mette in comunicazione con Jacopo della Quercia e con il Sassetta, con Watteau e con Manet, con Modi gli ani e con De Chirico. Ci racconta la storia di alcuni quadri (fra i quali la ormai celeberrima Cena in Emmaus di Giovanni Agostino da Lodi che è stata — tra l’altro — al centro di furibonde battaglie). Ci parla di alcuni libri fondamentali per intendere cosa sia l'arte o cosa rappresenti un certo artista. Pagine profonde, limpide, intense, appassionanti che ci confermano le altissime qualità di Sgarbi studioso che tuttavia, con un sorriso tra l'ironico e il beffardo, non rinuncia a uno di quei coup-de théatre che gli sono congeniali, concludendo il libro con una bizzarra e provocatoria «glorificazione» di se stesso. Sorpresi? No: Vittorio Sgarbi non poteva rinunciare a essere, anche questa volta, Vittorio Sgarbi. |
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