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Aldo Capitini |
La compresenza dei morti e dei viventi |
Premio speciale 1967 |
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Il Saggiatore, 1966 |
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Edizione di riferimento, Il Ponte Editore, 2018 |
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Nel 1966 Capitini pubblica il suo libro di tutta una vita, La compresenza dei morti e dei viventi (Milano, Il Saggiatore), il suo libro più complesso e straordinariamente ricco di piste di ricerca, sempre rigorosamente aperte, sulla sua unica vera religione: la «compresenza» come visione e percezione della collaborazione di tutti, viventi e morti, nel presente e nel passato, alla creazione del valore dell’esistenza umana, oltre i limiti della condizione biologica e dei condizionamenti sociali. Tutto confluisce in un quadro che è insieme filosofico, poetico e politico: la «persuasione» di Michelstaedter e la sua coerente obiezione di coscienza contro la «rettorica» sociale, il confronto con l’illuminismo, lo storicismo, l’idealismo, il marxismo, per fondare una nuova cultura sul definitivo superamento dell’Uno-Tutto per assumere un Tu-Tutti «omnicratico». Il volume è concepito come successione di voci tematiche le cui affermazioni sono messe in discussione da una «nota» che apre la lettura in colloquio con chi legge. Un pensiero-chiave sollecita punti di vista diversi, problematizza, suggerisce soluzioni teoriche. Al centro, il tema della morte in un paese in cui, nella tradizione cattolica controriformistica, la morte è associata al dominio della paura, emblema terrifico della punizione divina, mentre nella cultura “laica” degli anni sessanta sta diventando una questione da rimuovere, economicamente improduttiva e culturalmente insignificante. |
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Aldo Capitini - La compresenza dei morti e dei viventi
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