Chiara Frugoni - Francesco e l'invenzione delle stimmate


Chiara Frugoni

Francesco e l'invenzione delle stimmate

Vincitore saggistica 1994

Einaudi, 1994

 

Una sorprendente interpretazione di un singolare momento di storia religiosa, culturale e artistica. Attraverso l'analisi di dipinti, leggende e biografie viene alla luce il radicale mutamento del modo di intendere la religione all'indomani della morte di Francesco.  Francesco fu il primo santo ad avere le stimmate. Tuttavia non spese mai una parola su queste ferite, che invece frate Elia, potente Vicario dell’Oriente, aveva constatato sul suo cadavere. Si trattò di un ritrovamento vero o di un’audace invenzione? Certo Gregorio IX non vi credette, e nella bolla di canonizzazione non ne fece parola, anche se più tardi mutò opinione; una versione ancora differente fu quella di frate Leone, l’amico più caro del santo. Incertezze e discordanze che si rispecchiano nelle tre biografie ufficiali, commissionate a Tommaso da Celano, sul quale influiscono le tensioni e i mutamenti dell’Ordine, diviso tra la fedeltà al Francesco delle origini e l’adattamento a una regola meno rigida che il travolgente successo del fondatore imponeva. Originariamente simbolo di un modo di intendere la religione diverso e innovatore rispetto alle tradizioni ecclesiastiche, la figura di Francesco è stata in seguito oggetto di continue e sistematiche revisione volte a censurarne gli aspetti più rivoluzionari. Il suo percorso biografico appariva infatti come simbolo di molte di quelle istanze centrifughe, quanto non decisamente sospinte su posizione eretiche, contrastate dalla Chiesa, incapace di riassorbirle. D’altra parte, il credito e la popolarità raggiunte dal santo, tenaci anche dopo la sua morte, rendevano difficili e poco opportuno ogni tentativo di gettare discredito alla sua figura. Di qui la necessità di organizzare una campagna capillare di informazione, affidata a biografie «controllate» appositamente commissionate e distribuite nei conventi con stupefacente efficacia e sistematicità. Infine, la biografia ufficiale di san Bonaventura, per riportare la luce, impose un nuovo Francesco, facendo di lui la figura dolce e un po’ stucchevole che oggi siamo abituati a conoscere. Di pari passo furono distrutte tutte le biografie precedenti, anche quelle non ufficiali, recuperate in parte e fortunosamente, a volte in un unico esemplare, solo nel secolo scorso. Così, per secoli, Francesco fu il Francesco di Bonaventura. Sfuggono al controllo le immagini, che pure avrebbero dovuto subire la stessa censura. Attraverso di esse è quindi possibile recuperare una diversa interpretazione dell’episodio delle stimmate. Un episodio – con rivoluzionaria versione di Giotto – che è l’avvenimento più famoso a conclusione della vita di Francesco. Non meno controversa è l’interpretazione della predica agli uccelli, di cui si offre qui una nuova e suggestiva lettura. Incrociando quindi fonti scritte e iconografiche l’autrice riesce, con grande agio narrativo, a fornire non solo un’inedita lettura della vita del santo, ma anche a recuperare un singolarissimo momento di storia religiosa, culturale e artistica.

 


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