James Lee Burke - Prigionieri del cielo


 

 

 

James Lee Burke

1994

Prigionieri del cielo

Heaven's Prisoners, 1988

Serie Dave Robicheaux

# 2

Baldini & Castoldi

Dave Robicheaux vorrebbe dimenticare. Ora vive assieme alla moglie Annie a New Iberia, poco lontano da dove il Mississippi si confonde con l'oceano. Affittano barche ai pescatori che dalle coste della Louisiana si spingono sino al fitto intreccio di isole, paludi, foreste che disegnano l'incerto confine fra la terra e le acque del Golfo. Robicheaux vorrebbe che il passato smettesse di inseguirlo. Che si dissolvessero per sempre gli incubi dei passati vietnamiti nei quali è stato coinvolto, l'abisso dell'alcolismo nel quale era caduto, e che fosse dimenticato anche il tormentato curriculum di duro guadagnato nei lunghi trascorsi come tenente della Squadra Omicidi di New Orleans, quando spediva tagliagole e magnaccia, spacciatori e delinquenti di ogni risma nell'inferno dell'Angola, il penitenziario di Stato. Invece, in una giornata uguale a tante altre, mentre con Annie sta calando le reti per la pesca dei gamberetti, il passato ritorna precipitando dal cielo in un piccolo aereo da turismo che s'inabissa in fiamme nelle acque del Golfo, proprio davanti alla sua imbarcazione. Da allora, per lui e Annie la vita diventa un incubo. Gli uomini dell'Ufficio Immigrazione, gli investigatori del Dipartimento Antidroga, lo sceriffo, i federali: tutti si mettono sulle piste dell'aereo caduto. Ma più che portare alla luce il mistero di quel volo, sembrano preoccupati in verità di celarne i segreti, sui quali, invece, Robicheaux comincia a investigare in un crescendo di minacce, violenze, imboscate, nel bel mezzo di una guerra spietata e feroce che l'oppone, solo, a tutta la malavita locale. A cominciare da Bubba Rocque, il dispotico boss della zona, e dai suoi killer. A fargli compagnia, in un finale serrato e sconvolgente attraverso una Louisiana struggente e spietata, saranno la violenza, che scava in lui gli incubi che credeva d'aver sconfitto, e la morte, che spezza la serenità di giorni irrimediabilmente perduti.

 

 

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