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Marcello Gallian |
Comando di tappa |
Finalista 1934 |
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Cabala, 1934 |
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Marcello Gallian, scrittore, giornalista e drammaturgo italiano, fu legato all’avanguardia artistica romana: collaborò col Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia, con la rivista “900” di Massimo Bontempelli e numerose altre testate. Godette di buon successo sotto il regime fascista, apprezzato, con alcune riserve sul suo stile frammentario, anche da Giuseppe Ungaretti, Enrico Falqui, Emilio Cecchi. Fu un fervente sostenitore del movimento fascista ai suoi esordi, sansepolcrista e squadrista. A causa delle sue idee anarchiche ed estremiste fu più critico riguardo alla trasformazione del fascismo in regime burocratico. Vinse il Premio Mediterraneo 1932 con Pugilatore di paese e si aggiudicò il secondo posto al Premio Viareggio 1934 con la raccolta di racconti Comando di tappa. Dopo la breve parentesi di buona fama nella prima metà degli anni trenta, finì vittima della censura di regime, continuando però a scrivere numerosi romanzi nel suo stile divagante e diseguale. Dagli anni Quaranta si dedicò alla critica d’arte e alla pittura, utilizzando il linguaggio espressionista con spregiudicatezza. Le sue opere pittoriche, infatti, risultano in linea con il linguaggio cosiddetto “degenerato” e, appunto, grottesco dell’espressionismo europeo di quei decenni, affine, per quanto riguarda l’Italia al colorismo esasperato di Scipione, del primo Toti Scialoja, così come a quello di Afro e Marcello Avenali, con i quali fra l’altro aveva anche intessuto profondi rapporti di amicizia. Alla vicenda di Marcello Gallian è ispirato il romanzo Il santo maledetto dello storico Paolo Buchignani. |
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Marcello Gallian - Comando di tappa
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