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Maria Marchesi |
L'occhio dell'ala |
Vincitore poesia 2004 |
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Lepisma, 2003 |
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Maria Marchesi ha pubblicato un solo libro, L’occhio dell’ala, titolo ripreso da un verso di Celan, che ha immediatamente suscitato l’interesse della critica, arrivando a vincere il Viareggio 2004, sezione poesia, in ex equo con Antifona di Livia Livi. La poesia della Marchesi ha avuto una vicenda travagliata prima di giungere alla pubblicazione: fu apprezzata da Zanzotto, da Siciliano che le scrisse “sono versi talmente belli che avrei voluto scriverli io. Siamo alla vertigine lirica, al ritmo di una samba diabolica e innocente”, e da Veronesi che le promise una pubblicazione su Nuovi Argomenti, mai fatta. Nonostante l’intervento dello stesso Zanzotto, la Marchesi fu ignorata dagli editori e dimenticata dai suoi stessi ammiratori che arrivarono a negarsi al telefono. Riscoperta da Dante Maffìa, è stata pubblicata da Lepisma nel 2004. È difficile immaginare se la Marchesi pubblicherà un altro libro: l’occhio dell’ala si muove intorno ad un unico accordo con variazioni sul tema dell’esperienza manicomiale della poetessa. Lo strumento è la metafora, non intesa come mezzo retorico, ma come fioritura del linguaggio poetico, replicabile all’infinito sullo stesso oggetto. In questo senso la poesia della Marchesi si presenta in uno slancio propulsivo, che esaurisce nella propria accensione tutta la materia creativa del vissuto, rendendo difficilmente pensabile uno sviluppo poetico che non sia una ripetizione prismatica, una riscrittura del già detto. L’occhio dell’ala è in ogni caso un libro straordinario, nel quale il linguaggio si fa poesia attraverso il codice della metafora che sublima il vissuto in un distillato di simboli. Viene in mente Zanzotto ma anche certe intuizioni visionarie di Campana: la Marchesi è vittima e carnefice delle proprie immagini, maestra di una poesia stupita e magica, che nulla deve alla vita se non il dolore che schiuma nella carta. |
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Maria Marchesi - L'occhio dell'ala
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