Mario Braccini & Michelangelo Corazza - Pugni amari


 

Vincitore 1994

Mario Braccini & Michelangelo Corazza

1993

Pugni amari

La vita, i trionfi, le delusioni, le gioie e i dolori di un grande del ring Alessandro Mazzinghi


Abc

Ha una faccia che è una collina. Le tre gobbe sul naso si vedono bene. Anche il rigonfio sullo zigomo sinistro. Gliel' ha squarciato una testata di Dupas, a Sydney, trent' anni fa. Una buona plastica ha cancellato i 32 punti di sutura, ma non il gran mal di testa che vent' anni di boxe gli hanno lasciato. Vent' anni pieni di tutto: fame, fatica, pugni, successi, sconfitte, polemiche, risse verbali, orgoglio. Per raccontarli Sandro Mazzinghi si è seduto all' ombra di un salice, nel suo fazzoletto di terra a Cascine di Buti, e ha parlato per tre giorni di fila. Un giornalista ha ascoltato, con un amico avvocato ha buttato giù quella vita, e ne è uscito un libro. Si chiama "Pugni amari" ed è una sventola a chi ha preso il giovane Mazzinghi, l' ha sfruttato, usato, celebrato, e poi quando il campione si è spento l' ha messo in un angolo come uno straccio inutile. "Ho sempre dato tutto, nella vita e sul ring. Mi sono battuto con furore, l' Italia da me ha avuto successi e gloria. E l' Italia ora mi ha lasciato solo. Né il Coni nè la federazione si sono ricordati di me in questi anni. Credevo che un campione del mondo potesse essere ancora utile al pugilato. Invece non ho avuto niente. Una pensione, un segno di riconoscenza. Niente. Non sono mai stato un burattino nelle mani di chi gestisce la boxe. Non mi sono accattivato le simpatie dei dirigenti. Mentre certa gente continua ad andare in televisione. Ecco perché questi pugni sono amari". Con Mazzinghi la vita è stata agra fin dall' inizio. Ultimo di sei fratelli, il padre che perde una gamba in un incidente di caccia, i sacrifici della madre nella Toscana del dopoguerra per tirare avanti con quei pochi soldi che c' erano, la scoperta della boxe in un cinema di Pontedera. "Vidi quel film, ' ' Lassù qualcuno mi ama' ' , con Paul Newman. E dentro di me dissi: anch' io ce la farò, dal nulla diventerò campione del mondo. C' è molto di mio nella sua storia. Ho scelto la boxe per fame, per rabbia, perché era un modo per mangiare. Sul ring mi ha spinto la voglia di vendicare una sconfitta di mio fratello Guido, in Francia. Per me è stato come un padre. Ricordo quella volta che per aver succhiato di nascosto un cubetto di ghiaccio, prima di un match a Roma, sballai il peso di pochi grammi. Guido allora salì su un tram, e dal finestrino mi disse: ' Hai bevuto, allora rincorrimi' . Dal ring mi hanno fatto scendere gli altri, la federazione mi tolse la tessera a quarant' anni, arrivò a casa una raccomandata. Ma io stavo benissimo, il fisico reggeva, l' avevano visto tutti al mio rientro nel ' 77 dopo sei anni di inattività. Ero ancora una furia come ai bei tempi". L' America aveva Cassius Clay. L' Italia Mazzinghi e Benvenuti. Mazzinghi era Bartali: arruffato, generoso, sporco di fatica, toro scatenato, cuore, rabbia. Benvenuti era Coppi: bello, elegante, preciso, tecnico. Si incontrarono tre volte, due volte vinse Benvenuti. "Ma furono combattimenti fasulli, mi obbligarono a combattere. Io stavo male, avevo avuto l' incidente in cui persi la mia prima moglie, appena sposata. Ma la federazione mi costrinse a affrontare Benvenuti. Non è vero che lui mi ha rovinato la vita. Dico solo che non si è comportato in modo leale. E' sempre stato nelle grazie di chi contava, lui e la sua boxe di riposo. Non gli ho mai invidiato niente, io che avevo solo la quinta elementare e lui che parlava così bene. Comunque il nostro dualismo ha fatto comodo: a me, a Benvenuti, ma soprattutto all' Italia. Il pugilato era sentito sul serio, non come adesso che le palestre sono sempre più vuote, perché i giovani hanno tutto e non si sacrificano. E anche i nostri pugili sono davvero poca cosa. Ho rivisto qualcosina di me solo in uno: Rosi". Il libro, scritto da Michelangelo Corazza e Mario Braccini (A.B.E edizioni, 22 mila lire), sarà in vendita a settembre. Domani a Castiglioncello il battesimo ufficiale. E molto presto Mazzinghi tornerà in televisione, nel salotto di Maurizio Costanzo, uno dei primi a dare voce alla rabbia infelice di questo ragazzo di 65 anni che pesa ancora settanta chili come quando andava sul ring, si diverte a fare il vino dal suo piccolo vigneto, e ha ancora le nocche ruvide. E se oggi per la foto ricordo fatica un po' a rinfilarsi i vecchi guantoni che buttarono giù Kim Soo Ki, è solo colpa del caldo bastardo che fa sudare le mani.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento