Marlon James - Breve storia di sette omicidi


Vincitore

2015

Marlon James

Breve storia di sette omicidi

A Brief History of Seven Killings

 

Frassinelli, 2015

 

VINCITORE DEL MAN BOOKER PRIZE 2015 Vicina al reggae, eppure così distante dalla rivoluzione pacifista auspicata dalla religione rastafari, nel 1976 la Giamaica trabocca di proiettili, miseria, stupri, droga, mafia, servizi segreti e poliziotti corrotti. Il 3 dicembre, alla vigilia delle elezioni politiche, e a due soli giorni dal grande «concerto per la pacificazione», organizzato da Bob Marley («il Cantante») per attenuare le tensioni che dilaniano l'isola e la sua disperata capitale, sette uomini armati irrompono nella villa di Marley, e feriscono lui, la moglie, il manager e molte altre persone. È un episodio storicamente accertato, del quale pubblicamente si è detto pochissimo, mentre moltissimo è stato raccontato, sussurrato e cantato per le strade di West Kingston. Chi erano gli attentatori? Che fine hanno fatto? Chi li aveva mandati? Breve storia di sette omicidi - oltre a essere un romanzo che colpisce per lo stile complesso, vario e seducente - è il racconto, epico e polifonico di questa vicenda, e di questi uomini. Un ambizioso e compiuto ritratto del lato oscuro della Giamaica, e non solo, dagli anni Settanta agli anni Novanta. Un poema lungo vent'anni, nel quale si intrecciano i destini di decine di personaggi le cui vite sono state irrimediabilmente segnate dagli eventi del 1976: chi impegnato semplicemente a sopravvivere, chi a nascondersi, chi a prendersi tutto. E anche quando l'azione si sposterà principalmente negli Stati Uniti, il fantasma di quei giorni giamaicani continuerà ad aleggiare su ognuno di loro. Breve storia di sette omicidi è senza dubbio alcuno il libro più acclamato dalla critica americana nel 2014. Nominato tra i migliori libri dell'anno praticamente da tutte le testate specializzate (Publishers Weekly, Library Journal, BookPage) e dai più importanti giornali americani (New York Times, Boston Globe, Time, Newsweek, Chicago Tribune).

 

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