Penelope Fitzgerald - La casa sull'acqua


Vincitore

1979

Penelope Fitzgerald

La casa sull'acqua

Offshore

 

Sellerio, 2003

 

Nei romanzi di Penelope Fitzgerald non succede nulla: o meglio succede semplicemente la vita. Attorno a un evento che increspa la superficie monotona del tempo, si raccolgono microeventi e personaggi uno sull’altro, come una colonia di coralli attorno a uno scoglio, fatti su fatti, incontri su incontri. Così è la vita: nella Casa sull’acqua - premiato in Inghilterra col prestigioso Booker Prize -, lo scenario è anni Sessanta, sulle ultime houseboat, le barche sul Tamigi riattate ad abitazione, quattro personaggi appaiono, ognuno a suo modo, spiritualmente indecisi sulla loro condizione, come il loro essere anfibi, «creature né di terraferma né di acqua». Maurice, un irregolare che vive di espedienti, amabile e «incurabilmente solidale» fino all’imprudenza, un po’ il polo di orbitazione del gruppo; Willis, «pittore di marine sui sessantacinque anni», «mezzo artista e mezzo scaricatore di porto», impegnato nell’impresa impossibile di realizzare un buon affare dal suo rottame di imbarcazione; Nenna, con due figlie dalla inesauribile inventiva felicemente adattata a quell’ambiente tra il fiume e la riva, che pensa di amare il marito lontano ma non riesce a immaginare un progetto di vita che possa ospitarlo; Richard, promettente ex riservista della Royal Navy, col suo imponente dragamine ristrutturato, ben messo e compartimentato come il suo vivere sull’orlo di minacciosi cambiamenti. Attorno ad essi, la folla dei personaggi, figure stabili o precarie e passeggere, e l’indefesso chiacchiericcio dal timbro così inconfondibilmente quotidiano da risultare irresistibilmente ironico e umoristico: ironia, priva di ogni compiacimento e di ogni invadenza, che fa pensare - la critica ha notato - al distacco elegante di Jane Austen. Una piega del giorno, e del suo intreccio di inestricabile semplicità sempre irrisolta che nel suo vaniloquio sembra prendersi gioco degli sforzi di ciascuno, in cui pulsa vivo quel corso appena futile, forse insensato che è l’esistenza. Tranne che per l’amore, quando si affaccia improvviso.

 

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