Raymond Chandler - Addio, mia amata


 

 

 

Raymond Chandler

2020

ossa

Farewell, My Lovely, 1940

Serie Marlowe

# 2

Adelphi

Grazie alle sue armi di difesa personale – la tesa abbassata sugli occhi per principio, il sopracciglio inarcato per la stessa ragio­ne, un fisico rispettabile nonostante gli stravizi –, Philip Marlowe potrebbe arriva­re a fine mese guadagnando quanto basta, senza passare da un guaio all’altro. Specie quando si muove, come qui, nel suo am­biente naturale, la Los Angeles dei locali notturni. Ma purtroppo, anche se a veder­lo non si direbbe, è curioso. E se davanti a un locale, mentre indaga su tutt’altro, no­ta un figuro in cappotto sportivo, palline da golf per bottoni e un abbacinante pa­io di scarpe di coccodrillo, vuole saper­ne di più: quindi lo segue all’interno, finendo a contatto ravvicinato col temibile Moose Malloy, e si mette poi sulle tracce della sua molto rimpianta vecchia fiamma, l’ancor più temibile Velma Valento. Il re­sto è tutto quello che ci aspettiamo da uno come Marlowe, ma con un’avvertenza: fra i suoi componenti romanzeschi collauda­ti, Chandler in Addio, mia amata ha scelto solo il meglio del meglio. Che agisce oggi come allora.

 

 

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