Salman Rushdie - I versi satanici


Finalista

1988

Salman Rushdie

I versi satanici

The Satanic Verses

 

Mondadori, 1988

 

Libro dall'approccio non proprio immediato e dalla lettura poco scorrevole, ma che sicuramente va letto si inizia con Gibreel e Saladin, due indiani che scamperanno miracolosamente ad una caduta di migliaia di metri da un aereo che sta precipitando, che incarneranno un angelo ed un demone destinati a scontrarsi. durante la lettura ci si immerge anche nei ricordi dell'angelo, ricordi che mostrano un'origine "alternativa" dell'Islam ed un pellegrinaggio impossibile e tragico. libro che cambia continuamente ambientazione, passando dalla Bombay povera alla Londra gelida e sprezzante verso gli stranieri, e che presenta numerosi personaggi tra i quali Gibreel, attore indiano di film a carattere religioso che cerca a Londra nuova linfa per la sua carriera, Saladin, indiano trasferitosi a Londra per gli studi dove vi rimane per una carriera da doppiatore, Mahound, profeta di una nuova religione che sembra parlare con l'arcangelo solo quando gli faccia comodo, e Mirza, proprietario terriero che seguirà la moglie malata di cancro in un pellegrinaggio da lui visto come assurdo ed inutile. molta ironia in questo romanzo che affronta il fanatismo religioso e razziale di tutti contro tutti gli altri, che valse a Rushdie una condanna a morte da parte degli Iman islamici, forse proprio per quella sua visione fantasiosa, ma molto credibile, della nascita dell'Islam, con un finale veramente spiazzante che capovolge le, poche, idee chiare che riusciamo a farci durante la lettura.

 

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