Forrest Gander - Essere con = Be with


Vincitore

2019

Forrest Gander

Essere con = Be with

Be With

 

Tielleci, 2020

 

Annunciato dall’esergo «The political begins in intimacy» («La politica inizia nell’intimità»), Be With, del poeta (e comparatista) americano Forrest Gander, vincitore nel 2019 del Premio Pulitzer per la poesia con quest’opera, riesce in effetti a creare un legame senza soluzione di continuità tra il dramma individuale e la storia collettiva, ma anche con il mondo non umano, organico e inorganico. È tipica dell’opera di Gander, anche geologo, questa risonanza tra il corporeo dell’umano e il corpo della natura, a cui fa eco la coabitazione tra un lessico quotidiano, talvolta brutale, e un uso estremamente raffinato del vocabolario scientifico, spesso e volentieri geologico. Be With, inoltre, fa della perdita una delle sue linee guida, come indica il titolo con un ossimoro solo apparente, dato che la presenza e l’assenza sono qui unite indissolubilmente da un’identità storica e immanente all’umano e al mondo tutto. L’opera estende infatti – come è capace di fare la grande poesia – l’esperienza individuale a quella collettiva, declinando la perdita nelle sue forme archetipali, e facendo dell’io un noi tutti come anche un noi tutto, perché Be With non parla solo di tutti noi, ma anche del tutto che ci contiene. Talvolta il legame tra l’umano e il politico si fa evidente anche al di fuori dell’impiego calcolato e sovversivo del lessico per entrare nella sfera tematica, come nell’importante serie «Evaporación: A Border History» («Evaporación: una storia di frontiera»). Qui i versi si fanno più lunghi e obliqui, con un impiego intenso di bianchi tipografici, mentre in altri punti del libro la versificazione fa prevalere la brevità e la verticalità. Vi sono inoltre sezioni in prosa, in particolare in quella sulla madre («Ruth»), dove il linguaggio diventa più letterale e meno concentrato, o parti miste in versi e in prosa, come nell’ultima sezione, «Littoral Zone» («Zona litoranea»), dove il linguaggio si fa più rarefatto e tecnico, volto a rendere il senso di un’organicità indefinita del reale più che dei singoli corpi che lo compongono – un’atmosfera questa che è riflessa dalle immagini in bianco e nero del fotografo Michael Flomen, che accompagnano qui le poesie di Gander.

 

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