In questo volume finale della trilogia finto-eroica di John Updike sullo scrittore ebreo americano Henry Bech, il nostro eroe è più vecchio ma poco più saggio. Ora sulla settantina, rimane competitivo, lascivo e egocentrico, perso in un nuovo mondo letterario dove i suoi libri sono pubblicizzati da conglomerati di proprietà svizzera, presentati in catene di negozi collegati a bar espresso e tornati nei magazzini tre settimane dopo pubblicazione. In cinque capitoli più sorprendenti e surreali di tutti quelli precedenti, Bech presiede la scena letteraria americana, mette in atto una sanguinosa vendetta sui suoi critici e vince il premio di scrittura più ambito al mondo. Non è facile essere Henry Bech nel mondo post-gutenbergiano, ma qualcuno deve pur farlo, e lui porta al compito il suo caratteristico miscuglio di grinta, sputo e noia.
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