Finalista |
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1999 |
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Louise Erdrich |
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La casa di betulla |
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The Birchbark House |
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Feltrinelli, 2006 |
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"La casa di betulla" è il racconto poetico e insieme realistico della vita nella tribù indiana degli Ojibwa, vista con gli occhi di una sveglia ragazzina di "sette inverni", Omakayas. Incalzati e sospinti sempre più a Ovest dai 'chimookomanug' - gli uomini bianchi - gli Ojibwa, pur mantenendo fieramente i loro usi e costumi e, soprattutto, il loro modo di rapportarsi agli uomini e alla natura improntato a un'assoluta correttezza, si vedono costretti ad affrontare svariate, micidiali avversità. Romanzo storico e appassionato racconto di una straordinaria quotidianità, "La casa di betulla" testimonia un rapporto unico fra uomo e natura. "Omakayas - chiamata anche Ranocchietta, perché il suo primo passo era stato un saltello - era un'agile ragazzina di sette inverni, una ragazzina riflessiva dai luminosi occhi marroni e dal largo sorriso. Le mancavano soltanto due incisivi e Omakayas si toccava spesso il labbro superiore. Non ci aveva ancora fatto l'abitudine, a quei denti caduti, ed era impaziente di averne di nuovi. Denti permanenti, per completare il suo sorriso. In quel momento, proprio come l'animaletto che le aveva dato il nome. Omakayas stava fissando la chiazza lucente dell'acquitrino, prima di raccogliere le forze e saltare. |
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Louise Erdrich - La casa di betulla
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