Finalista |
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2003 |
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Steven Pinker |
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Tabula rasa: perché non e vero che gli uomini nascono tutti uguali |
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The Blank Slate: the Modern Denial of Human Nature |
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Mondadori, 2010 |
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Negli ultimi anni diverse scienze d'avanguardia hanno scoperto le basi genetiche di alcune caratteristiche individuali, confermando così l'idea di una "natura umana" già parzialmente definita prima che cultura e società inizino a esercitare il loro influsso. Tuttavia numerosi filosofi e scienziati rifiutano questi risultati nel timore che la scoperta di facoltà e tendenze innate possa legittimare discriminazioni o ridurre il peso della responsabilità individuale. Attraverso un confronto critico con alcune teorie ancor oggi radicate - come quella della "Tabula rasa" -, Steven Pinker spiega come sia proprio la comune e peculiare "qualità" della specie umana, fondata sull'attività fisiologica del cervello, a rendere possibile la libertà di scelta. In queste pagine affronta quindi temi "scomodi" come le differenze psicobiologiche fra uomini e donne o le componenti genetiche della violenza, dell'intelligenza e dei sentimenti. Con grande chiarezza e lucidità analitica, e il conforto di solidi dati storico-scientifici, l'autore dimostra che un riconoscimento obiettivo dell'identità dell'uomo come frutto di un'evoluzione biologica non è un'ipotesi socialmente pericolosa, ma può anzi essere l'indispensabile completamento delle grandi intuizioni che hanno avuto in passato l'arte e la filosofia. | |
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Steven Pinker - Tabula rasa: perché non e vero che gli uomini nascono tutti uguali
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