Finalista Scienze |
|
1974 |
|
Theodosius Dobzhansky |
|
Diversità genetica e uguaglianza umana: razzismo e ricerca scientifica |
|
Genetic Diversity & Human Equality |
|
|
|
Einaudi, 1975 |
|
|
|
Che significato possiamo attribuire alla scoperta che le differenze nei punteggi individuali di «QI» (quoziente d'intelligenza) sono: ereditarie nella misura dell'80%? Quali implicazioni sociali hanno le documentate affermazioni secondo cui i punteggi medi dei neri sono inferiori di una quindicina di unità a quelli dei bianchi e risultati simili si ottengono confrontando tra loro varie classi socioeconomiche? Dobzhansky, uno dei maggiori genetisti contemporanei, non nega la «diversità» genetica umana, anche nelle capacità mentali, ma sottolinea la costante interdipendenza tra geni e ambiente, per cui il «QI» è soggetto a alterazioni tramite l'educazione e altri mezzi ambientali. L'autore avanza seri dubbi sulla liceità dell'utilizzazione dei dati relativi a differenze singole come misura dell'ereditarietà delle medie di gruppi sociali o razziali. Ma se anche un giorno si dovesse accertare che le differenze medie tra i «QI» di neri e bianchi sono almeno in parte condizionate geneticamente, dovremmo sempre tenere presente che l'uomo si innalza sulle altre forme di vita per la sua facoltà di apprendere mediante un linguaggio simbolico che consente la propagazione dell'eredità culturale acquisita. La società deve quindi dare a tutti i suoi membri uguali possibilità, e non soltanto per ragioni morali, ma anche per massimizzare i benefici della «diversità» genetica. Qualunque struttura sociale necessita infatti di persone adattate e istruite per un'ampia varietà di funzioni |
|
|
Theodosius Dobzhansky - Diversità genetica e uguaglianza umana: razzismo e ricerca scientifica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento