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Vincitore |
2021 |
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Pauline Dreyfus |
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Paul Morand |
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È al capezzale di un Marcel Proust morente che si afferma la vocazione letteraria di Paul Morand; ed è nel frastuono di una modernità incarnata da Jean Cocteau che fiorirà. Questo ramo della borghesia parigina, illuminato, artista, avrà conosciuto tante stelle della bohémien come dell'élite repubblicana. Due mondi sigillati che daranno forma alla sua personalità e alla sua doppia carriera di diplomatico e scrittore. Fin dall'inizio, nei suoi racconti e romanzi, Morand abbraccia la prodezza del suo secolo rompendo con un mondo inghiottito per sempre dalla Grande Guerra. Guida veloce, vola lontano. La terra si è ristretta e lui lo sta facendo sapere. Lo scrittore dallo stile frizzante, classico ma così riconoscibile, fa scoprire ai francesi la magia dell'altrove. Sotto la falsa apparenza di un dilettante, questo amante dello sport e delle belle donne trova il tempo per scrivere un'opera molto vasta che non si fermerà fino alla sua morte. Se non è mai stato arrabbiato con la geografia, Morand a volte sarà stato arrabbiato con la storia. Nel 1940 scelse Vichy mentre era di stanza a Londra. La sua vicinanza ai meccanismi della collaborazione e la sua incrollabile lealtà a Pierre Laval gli valsero anni di obbrobrio, esilio e solitudine a guerra finita. È tardi, attraverso le sue pubblicazioni postume, che un antisemitismo a lungo nascosto appare in pieno giorno. La lettura di archivi fino ad allora inaccessibili, diari privati, carteggi inediti, hanno permesso all'autore di questa biografia, la prima da un quarto di secolo, di firmare il ritratto di un Morand per molti versi non riconosciuto. Questa esistenza, fatta di traiettorie sovrapposte, trova finalmente le sue sorgenti e la sua verità. |
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Pauline Dreyfus - Paul Morand
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