Thibaut d'Anthonay - Jean Lorrain


Vincitore

2005

Thibaut d'Anthonay

Jean Lorrain


 


 

Si è soprannominato "l'Enfilantrope", senza lasciare che nessuno gli assegni il suo miglior soprannome, colui che lo trova crudele con tutti. Non ha paura di mettere in mostra i suoi vizi all'occhiello e si rallegra di quelli che gli prestiamo perché servono alla sua "pubblicità" che vorrebbe "formidabile". Eteromanzo, bisessuale, erotomane, scandalista, baraccopoli pronto a prendere a pugni, queste sono alcune delle sfaccettature di Jean Lorrain, pseudonimo di Normand Paul Duval (1855? 1906). In quindici anni divenne uno dei re del boulevard e uno dei giornalisti più pagati del suo tempo, il suo talento gli valse una colonna, dal 1895 al 1905, alla testata del Journal, uno dei principali organi di stampa parigini. Al crocevia del giornalismo e del music hall, della letteratura e del teatro, dei circoli demi-monde e malavitosi della Belle Epoque, Jean Lorrain è ovunque, vede tutto, sa tutto. Ne riferisce regolarmente ai suoi lettori, con una piuma alternativamente spiritosa, fyke, vigile o aspra, e presto diventa lo specchio di un'epoca che può essere vista nei suoi occhi. Scopritore e lanciatore di talenti, come Lalique, il fumettista Sem e Yvette Guilbert, tra gli altri, si propone anche come uccisore di glorie usurpate, che gli valsero una serie di inimicizie incrollabili, alcune prove che gli sarebbero costate care duelli, compreso uno contro Marcel Proust. Se riconosce Barbey d?Aurevilly, poi Edmond de Goncourt come suoi maestri, conta Sarah Bernhardt, Huysmans, Rachilde o Marcel Schwob tra i suoi amici. D'altra parte, Maupassant, Robert de Montesquiou o Proust saranno tra i suoi volti turchi preferiti. Insomma, è arbitro dei talenti oltre che delle mode e basta una sua cronaca per consacrare o ridicolizzare. Ma non si accontenta di creare uno stile di giornalismo perché la sua opera letteraria, da sola, conta ai suoi occhi. Nel corso dei suoi romanzi e racconti si affermò gradualmente come uno dei principali scrittori della decadenza fino alla pubblicazione del suo capolavoro, Monsieur de Phocas (1901), romanzo con il quale realizza una somma del suo periodo e liquida l'eredità di? Contrariamente a Huysmans e al Ritratto di Dorian Gray di Wilde, pur facendo un passaggio con la letteratura del Novecento. Stanco di Parigi e del giornalismo, andò in esilio in Riviera, durante i cinque anni che gli restavano da vivere, e cercò di curare lì una salute compromessa dal suo abuso di etere.

 

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