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Vincitore Miglior romanzo francese |
2020 |
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Frédéric Paulin |
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Grand prix de littérature policière |
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Non tradotto |
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Gennaio 2011: dopo l'immolazione di Mohamed Bouazizi, giovane mercante ambulante portato alla disperazione dalla miseria e dall'arbitrarietà, il popolo tunisino insorge e "libera" Ben Ali. È l'inizio della "primavera araba", e Vanessa Benlazar, giornalista, è in prima fila. Dietro il giubilo popolare, la giovane francese sente che questa rivoluzione corre il rischio di essere infiltrata dagli islamisti, sempre pronti a sfruttare un vuoto di potere. Presto, la caduta di Gheddafi, la guerra civile in Siria e il caos che dilaga in tutto il Levante gli danno ragione: un nuovo gruppo sembra emergere poco a poco dalle macerie, venuto dall'Iraq per stabilire un califfato nella regione; un gruppo la cui barbarie è senza limiti, con metodi di reclutamento insidiosi e moderni, e che sostiene l'odio per l'Occidente. A Tolosa, per l'appunto, Laureline Fell, patron della sezione locale del DCRI appena creata da Sarkozy, è interessata a un certo Merah, sospettato di legami con compagnie terroristiche. Ma le recenti riforme dell'intelligence francese non gli rendono le cose facili. Quando accade il peggio, Fell capisce che la Francia non è armata per affrontare questo nuovo nemico che mette i propri figli contro il proprio Paese: altri giovani sono pronti ad entrare nello Stato Islamico, tante bombe a orologeria quante Laureline, con l'aiuto di Vanessa, proverà disinnescare. |
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Frédéric Paulin - Grand prix de littérature policière
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