Siamo alle soglie del Duemila e si avvicina il tempo di bilanci e consuntivi: così, alle porte dell'ormai famoso villino di Vallvidrera, si presentano i fantasmi del passato. La prima è Charo, di ritorno dall'esilio andorrano. Una rentrée grandiosa, la sua: non più la battona di buon cuore, con vocazione da mantenuta di altri tempi (e di altri regimi), ma l'orgogliosa proprietaria di un centro di cure estetiche. Charo torna accompagnata da Quimet, un facoltoso notaio, coinvolto in un intrigo di spie e servizi segreti trasversali, dal quale a Carvalho tocca salvarlo. L'intrigo infatti minaccia di togliere ai catalani nientemeno che... la propria catalanità! Circola voce che Barcellona, Tolosa e Milano stiano per diventare i poli di un'entità sovranazionale, che prenderà il nome di Region Plus. E mentre Carvalho cerca di dipanare la matassa delle intricate volontà che muovono le fila di Region Plus, altri due casi occupano la sua mente: un omicidio e la copiosa pioggia di messaggi anonimi che intasano il fax del suo ufficio (ebbene sì!, persino Carvalho ha ceduto all'imperativo della modernizzazione). Le lunghe missive sono il prologo al rincontro di Carvalho con un altro spettro del passato: Jessica Stuart-Pedrell, la giovane dorata (e drogata) de I mari del Sud, che il nostro aveva spedito a Katmandu e che ora torna nello splendore dei quarant'anni, decisa a recuperare il proprio passato tra le braccia di un detective sulla china del tramonto. Insomma, un Carvalho d'annata che con un misto d'ironia e mestizia guarda il secolo appena passato e alcune delle sue più vistose contraddizioni.
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