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B.S. Johnson |
In balìa di una sorte avversa |
The Unfortunates |
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Rizzoli, 2011 |
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Un libro, nessun ordine, 27 sezioni non rilegate, disposte in una scatola alla mercé dell'arbitrio del lettore. L'idea è visionaria. È il 1969 e B.S. Johnson è tra i più brillanti e discussi autori inglesi. Il suo 'book in a box' è subito un classico ma, dopo il suicidio dell'autore nel 1973, finisce nell'oblio e diventa un introvabile oggetto di collezionismo, sconosciuto al grande pubblico. Finché Jonathan Coe, autore della prefazione, lo "riscopre" e gli offre una seconda vita, trasformandolo in un fortunato caso editoriale. Siamo nelle Midlands. Un cronista sportivo arriva in treno per seguire la partita che si terrà nello stadio locale, ma un corto circuito di ricordi lo assale quando realizza di trovarsi nella città del suo più caro amico, morto giovanissimo di cancro. Ogni angolo di strada, ogni insegna si lega a frammenti di pensieri ed emozioni che si mischiano al presente lasciando emergere, poco alla volta, la storia di un'amicizia brutalmente interrotta. Nell'intento di riprodurre con fedeltà il percorso ingovernabile del ragionamento umano, alieno da costrizioni logiche o temporali, Johnson compone un romanzo-non-romanzo sincero, appassionato e inquieto, che riflette sui temi della disintegrazione e della fragilità. |
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B.S. Johnson - In balìa di una sorte avversa
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