«È assurdo, pensai, essere circondati da una quantità di storie possibili e avere invece un solo destino. Avrei potuto raccontare mille vicende, con quelle poche frasi, ma soltanto una era vera». Per Vince Corso ogni storia, ogni libro, ogni pagina è un indizio da cui partire per arrivare a una diagnosi. Precario, più per vocazione che per condizione sociale, per vivere si è inventato il mestiere di biblioterapeuta. Nella soffitta di via Merulana, non senza imbarazzo, prescrive rimedi letterari per i malanni più disparati. In questi strani incontri, che inizialmente coinvolgono solo donne, si apre un varco dentro cui ricreare connessioni tra vita reale e finzione, e spesso la richiesta d’aiuto si trasforma in un vero e proprio caso da risolvere. Il suo primo paziente uomo, Giovanni Durante, è ossessionato da una dedica ritrovata in un vecchio libro. Poche righe celano un segreto e insinuano un dubbio che spinge a scavare nel passato di affetti scomparsi. Vince è spiazzato, continua a pensare a quelle parole sul frontespizio. Come sempre aiutato dalla letteratura, seguendo piste di carta e inchiostro, riuscirà a svelare il mistero e, così, ridare pace alla memoria. Perché in fondo «ogni dedica contiene una storia da ricostruire. L’importante è come e da dove la si osserva». |
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