Friedrich Glauser - I primi casi del sergente Studer


 



Friedrich Glauser

I primi casi del sergente Studer


serie Friedrich Glauser

# Raccolta racconti

 

Sellerio, 1989

 

Glauser è stato paragonato a Simenon, il Simenon del commissario Maigret. L’editore in lingua originale di Zurigo lo presenta come «il Simenon svizzero». E l’investigatore creato da Glauser, il sergente Studer, a Maigret somiglia: è calmo, corpulento e lento, intuitivo e vagante, «nella media, ragionevole, trasognato». Del resto l’esattezza del confronto è confermata direttamente da Glauser. Nella Lettera aperta sul romanzo poliziesco, pubblicata in appendice a questi dodici racconti – «lettera» che è una difesa delle ragioni del giallo realistico, non meno forte delle pagine di Chandler sull’argomento – Simenon è proclamato maestro e il commissario Maigret modello (sebbene si possa sospettare un eccesso di modestia in questa proclamazione di discendenza, essendo le nascite letterarie di Maigret e di Studer quasi contemporanee). Eppure, a leggere tutti i gialli di Glauser, e a leggere forse soprattutto questi racconti polizieschi in cui è sempre l’assassino in primo piano e sempre il doloroso confronto umano generato dal delitto, si ha l’impressione di una grande differenza. Dietro Maigret è quello che un filosofo chiamava ‘il mondo del felice’. Dietro il sergente Studer s’indovina una percezione diversa del mondo, una visione che si vorrebbe dire tragica. «La rappresentazione dell’uomo e della sua lotta contro il destino» è il compito del genere poliziesco secondo Glauser, «far notare che esiste una differenza piccolissima, appena visibile tra l’uomo malvagio e l’uomo buono». E di questa piccolissima differenza – si capisce – è destino dell’uomo cadere in balia: per piccoli spostamenti di cause, coincidenze e circostanze: proprio nel modo esibito da quella stilizzazione del destino umano che è il delitto.

 


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