Lawrence Block - Il sicario nel mirino


 



Lawrence Block

Il sicario nel mirino

Hit List, 2000

serie Keller

# 2

 

L.B. Production, 2018

 

Keller, l’Uomo Urbano Solitario degli assassini, fa la sua seconda comparsa in Il Sicario nel Mirino (Hit List), ed è veramente un grande ritorno. Ecco come ne parla Kirkus Reviews:“Appena terminato il ciclo di racconti brevi Il Sicario (Hit Man, 1998) in cui era il protagonista, il riflessivo killer di professione John Keller, creato dalla penna di Block, finalmente esaudisce i desideri dei suoi fan con un vero romanzo a lui dedicato. “Benché Keller sia un serio cittadino che colleziona francobolli, si presta a fare parte della giuria in un processo, ed esegua con consumata professionalità ogni omicidio commissionatogli – anche se il cliente è tanto sconsiderato da identificare il bersaglio mostrando a Keller un biglietto natalizio con la foto di famiglia della futura vittima – le cose non sembrano andargli per il verso giusto. “Sfuggito per poco alla morte mentre esegue un lavoro a Louisville, torna a New York e accetta un altro incarico che appare come una breve storia interpolata. “Proseguendo i suoi sistematici viaggi per dispensare la morte a Tampa, Boston e nella periferia di Chicago, si distrae soltanto con del sesso occasionale con Maggie Griscomb, un’artista di gioielli, e visitando Louise Carpenter, un’astrologa che lo porta alle lacrime. Ma piccoli dettagli che vanno storti in quasi ogni incarico rendono sempre più chiaro che Keller ha attirato l’attenzione di un killer rivale, il quale pensa che il paese non sia abbastanza grande per entrambi. “Non attendetevi nelle storie di Keller l’alta tensione prodotta dall’ironia principale, ovvero il contrasto tra la sua micidiale professione e il suo stile di vita e le sue opinioni da impiegato. Seguite invece le conversazioni, egualmente ironiche ma terribilmente contorte, tra Keller e la compassata Dot, che gli programma il lavoro. Questi dialoghi, che sembrano solo chiacchiere, sono però chiacchiere nelle quali l’interazione tra banalità e giudizi olimpici – come in James M. Cain e Quentin Tarantino – costituisce il vero cuore di questa moderna favola di samurai.” 

 


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