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Mick Herron | |||
Un covo di bastardi | |||
Slow Horses, 2010 | |||
serie | # 1 | ||
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Feltrinelli, 2018 | |||
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Li chiamano “i Brocchi”. Sono gli uomini di Jackson Lamb, un branco di perdenti, di cavalli azzoppati. Una manica di bastardi alcolizzati, drogati, disadattati, gente che, a un certo punto della vita, ha imboccato lo svincolo sbagliato e ha deragliato, incasinando tutto. Sono gli agenti segreti di serie b, quelli di cui l’Intelligence si vergogna, masticati e rigettati dal sistema per via di qualche incancellabile colpa e ora parcheggiati lontano da Regent’s Park in una specie di prigione per falliti, a svolgere compiti infami e a smistare scartoffie in attesa che si sfiniscano da soli e mollino il colpo. Solo che nessuno di loro ha smesso di sognare di tornare al servizio attivo. Quando un ragazzo musulmano viene rapito, con la minaccia di decapitarlo in diretta sul web, i Brocchi fiutano l’occasione per riscattarsi. Il rapimento fa parte di un piano molto più articolato e sventarlo non sarà facile, né privo di rischi e di vittime. Tuttavia, Jackson Lamb sa fin troppo bene che c’è sempre un costo da pagare, e che comunque di perdenti bastardi è pieno il mondo. Di certo ne arriveranno altri a rinfoltire le fila della sua squadra. Definito dal Daily Telegraph “una delle venti migliori spy story di tutti i tempi”, insieme a bestseller come La spia che venne dal freddo di John le Carré o Un nome senza volto (The Bourne Identity) di Robert Ludlum, un giallo cinico e teso, dal ritmo mozzafiato. | |||
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Mick Herron - Un covo di bastardi
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