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Penelope Fitzgerald |
Il fiore azzurro |
The Blue Flower |
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Sellerio, 1998 |
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Penelope Fitzgerald definiva i suoi romanzi «microchip novels», romanzi in miniatura, scherzando sulla concisione alla quale tutti sono improntati, e che è diventata un po’ il suo marchio di fabbrica; a proposito di uno di essi Auberon Waugh, critico famoso per la sua ferocia, dichiarò che per la prima volta nella sua carriera si sorprendeva a pregare una donna di scrivere non di meno, ma di più. Presto diventata popolarissima, la Fitzgerald era stata salutata fin dal debutto come «a writer’s writer», un autore per autori, in quanto l’economia e la precisione del suo stile, la salda organizzazione del suo estro, la secchezza del suo umorismo, e la competenza sfoggiata in qualunque argomento ella affronti, sono particolarmente apprezzati da chi se ne intende. Il fiore azzurro, scritto a ottant’anni è a mio parere indicabile come il capolavoro: così compatto nella sua ingannevole concisione, da non aver bisogno di chiose, perlomeno in occasione del primo incontro. Lasciamolo parlar da sé. Masolino d'Amico |
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Penelope Fitzgerald - Il fiore azzurro
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