La sola cosa che Peter Blood desiderasse era vivere in santa pace, esercitando il suo mestiere di medico e fumando a tempo perso la sua pipa. E invece la violenta ribellione contro il re Giacomo II che sul finire del Seicento sconvolge Bridgewater, il paese dell’Inghilterra meridionale in cui Peter si è trasferito dalla natia Irlanda, procura improvvisamente al nostro protagonista la patente di sovversivo e l’accusa infamante di omicida. Sorpreso a curare un ribelle ferito, e ingiustamente processato per aver ordito la congiura, Blood viene ridotto alla condizione di schiavo e spedito nei Caraibi. Alle Barbados sarà comprato dal colonnello Bishop, un ricchissimo proprietario terriero deciso a sfruttare le doti del medico-schiavo, ricambiandone con reiterate violenze e continui soprusi la generosità. Tanto più che Blood avrà il torto di innamorarsi di Arabella, la (bellissima) nipote di Bishop. Finalmente Blood fuggirà – riuscendo a mostrare la sua nobiltà d’animo anche nella fuga – e comincerà così la sua vita di pirata, tra tesori nascosti, arrembaggi, intrighi politici e duelli all’arma bianca. Sempre a fianco del suo inseparabile amico-bucaniere Levasseur, sempre a rischio di cadere nelle grinfie del vendicativo colonnello Bishop, sempre alla ricerca della sua amata Arabella. E nel frattempo, la sua reputazione di pirata salirà, naturalmente, alle stelle… Scritto nel 1922, immediatamente dopo il successo di Scaramouche, Capitan Blood è forse il libro più fortunato di Rafael Sabatini. Nei decenni successivi la sua fama si è diffusa fino a coinvolgere lettori di ogni età e condizione sociale. Blood, in particolare, è stato visto da decine e decine di migliaia di lettori come l’eroe dall’animo nobile capace di averla vinta sulle angherie e le malversazioni di un’aristocrazia cupa ed egoista. La versione cinematografica del romanzo, realizzata nel 1935 da Michael Curtiz, con Errol Flynn nel ruolo di capitan Blood, Olivia de Havilland in quello di Arabella, e Basil Rathbone in quello di Levasseur, rimane un capolavoro insuperato del cinema d’avventura. |
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