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Dario Crapanzano Mario Arrigoni |
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Trasferite il commissario Maigret dal Porto delle nebbie al "nebiùn" della Milano dei primi anni Cinquanta. Sostituite la pipa con il toscano, i boulevard di Parigi con i viali del capoluogo lombardo ancora segnati dalle ferite della guerra. Resta, invece, l’amore per la buona tavola e lo sguardo disincantato del tutore dell’ordine che ne ha viste tante, e nonostante tutto, o forse proprio per questo, non ha rinunciato alla propria umanità. Intorno a Mario Arrigoni, capocomissario di Porta Venezia (che è come dire arcimilanese, meneghino al quadrato), si muove in una Milano impegnata a ricostruire ma non ancora toccata dalla febbre dal boom, dove insieme a fabbriche e uffici riaprono anche i teatri, come il Piccolo di Strehler; dove le auto sono poche e ci si sposta in tramvai, tutt’al più in Vespa; dove brunch e happy hour non sono stati ancora inventati e al massimo nelle fumose osterie si può mangiare un panino, anzi, un "sanguis", traslitterazione milanese della parola "sandwich". |
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Dario Crapanzano - Mario Arrigoni
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