Kati Hirschel, l’avventurosa libraia di Istanbul, all’inizio non lo aveva riconosciuto, e quell’uomo non gli era piaciuto per niente. Era entrato nella sua libreria in pieno Ramadan, la barba che per metà gli copriva il viso, lo zucchetto che sfiorava le sopracciglia, una fascia che stringeva sulla vita i pantaloni larghi. Forse era uno di quelli che giravano per le spiagge e «invitavano le donne che facevano il bagno a seguire la parola di Dio. Forse adesso era il turno di quelle che vendevano gialli...». E invece lo conosceva, aveva un negozio e serviva il tè nella stessa strada ma poi, quando il quartiere di Galata era cambiato diventando sempre più turistico, aveva chiuso. Adesso quell’uomo ha bisogno di lei: la figlia più piccola ha lasciato la scuola «per imparare la religione». È entrata in una scuola femminile di Corano, e si è ammalata. Durante la lezione ha cominciato a tremare e poi è svenuta. Anche alcune compagne stanno male. I medici dicono che non hanno nulla, e tutto è molto strano. Kati non ha scelta, e parecchi dubbi. «Mi era difficile capire il mondo dei conservatori. Mandavano i figli a strani corsi di Corano e quando si ammalavano chiedevano aiuto ai librai!». Intrighi tra i banchi di scuola per Kati Hirschel, l'avventurosa libraia turco-tedesca che ne combina di tutti i colori. Un viaggio per le strade di Istanbul, un’immersione totale nel suo miscuglio di suoni, odori e umanità, in compagnia di una guida d’eccezione che con commenti ironici e riflessioni strampalate riesce sempre a strappare un sorriso. Il racconto 'Alla scuola femminile di Corano...' (42 pagine) è tratto dall'antologia 'La scuola in giallo' (Sellerio 2014). |
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