Jean Giono - Una pazza felicità



 

 

 

Jean Giono

Una pazza felicità

Le Bonheur fou, 1957

serie L'ussaro

# 6

 

Guanda, 2001

 

Nel 1848 Angelo Pardi, il protagonista dell'"Ussaro sul tetto", è in Italia, in Piemonte, dove un piccolo esercito guidato da un re avventuroso si prepara ad aprire un atto centrale del nostro Risorgimento, ravvivando per un poco le speranze dei patrioti. Parteciperà così alla Prima guerra d'indipendenza, alle vittorie e ai disastri, da Goito fino a Custoza, con una sosta significativa nella Milano delle Cinque giornate, dove tra l'altro s'innamorerà. Vedrà episodi di valore e grandi tradimenti, capi sconfitti e generali vittoriosi (presenti in scena, tra gli altri, Carlo Alberto e Radetzky), patrioti sinceri e politici disincantati; e soprattutto si accorgerà che anche una guerra combattuta per gli ideali si trasforma inevitabilmente in un orribile, indecente caos, cui la Storia si incaricherà poi di imporre un ordine fittizio. Eppure, l'Angelo di Una pazza felicità non perde l'ardore, e lo stile, che lo hanno segnato e reso memorabile nel romanzo precedente: egli si getta negli eventi con la meravigliosa imprudenza che gli conosciamo, con una solitaria e sventata dedizione, con un'ironia e insieme un entusiasmo che appartengono solo, prima di lui, ai personaggi stendhaliani (e questo romanzo, nota Daria Galateria nella postprefazione, rappresenta, nella maniera stendhaliana di Giono, "La chartreuse de Parme", ma con "una brusca e giocosa accellerazione che... deforma il racconto in stilizzazioni novecentesche"); la sua è davvero una "Pazza felicità", capace di tutto accettare, e tutto superare e travolgere: non solo i vistosi casi della guerra, ma anche e soprattutto le insidie portate dall'opportunismo e dall'egoismo (incarnati nel romanzo dal personaggio di Bondino, un "dandy rivoluzionario"), dalla doppiezza e dalla viltà morale. Questa - della doppiezza e dell'intrigo - è, come si scoprirà, una partita non importante delle vittorie e delle disfatte militari, ma che si gioca per lo più lontano dalla linea del fronte.

 

Nessun commento:

Posta un commento