All'inizio è la tragedia. Irrimediabile, casuale. Come spesso è una tragedia. Dopo, niente è più lo stesso. Avvelena la vita, la tragedia, cambia gli orizzonti, le prospettive, gli obiettivi. Trasforma il pensiero, i suoi meccanismi consolidati. E impone la ricerca d'una spiegazione - inutile quasi sempre, condizionante spesso, consolatoria talvolta. Per qualcuno che, come Lola, sta sul confine mobile tra il giusto e l'ingiusto, tra legalità e illegalità, tra coscienza individuale e norma collettiva, poi, non è raro che la tragedia invochi vendetta. E la vita, allora, diventa ossessione. Non ti diremo qui e ora, lettore, qual è la tragedia (l'ossessione) di Lola. Ma sappi che, se affronterai questa nuova, inquietante, straordinaria avventura, non potrai non avvertire uno scarto, un cambiamento. Forse un punto di non ritorno. Lola reagisce alla tragedia com'è nel suo carattere, e cerca vendetta. Insieme agli amici e compagni di sempre e con l'aiuto di un nuovo alleato, indaga, insegue responsabilità e moventi, persegue con ostinazione il disvelamento dell'unica verità che per lei conta, in una caccia all'uomo (alla donna?) che non accetta sconti né teme lo scorrere del tempo. Perché la ricerca della vendetta inquina e infine diventa il tempo della vita. Lola sa bene che, alla fine della ricerca, per lei non resterà nulla da fare, da desiderare, da amare. Ma non importa. Poi, certo, le cose non sono sefnpre come appaiono, e anche Lola sarà costretta ad accettare una verità diversa (ma non meno dolorosa) rispetto a quella per cui ha combattuto. E sarà allora che Lola deciderà di allontanarsi, di stare alla larga dal mondo. Lola sa che deve diventare invisibile. Lola sparisce alla vista. Lola parte. Lola...
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