Rainer Maria Rilke - I quaderni di Malte Laurids Brigge


 

 

 

Rainer Maria Rilke

I quaderni di Malte Laurids Brigge

1910

 

Adelphi, 1992

 

Un ignoto straniero con vocazione di poeta, Malte Laurids Brigge, danese, di famiglia nobile decaduta, arriva in un giorno della tarda estate a Parigi e si stabilisce nel Quartiere Latino. Questo è quasi tutto ci è concesso sapere, nell’ordine dei fatti. Quanto accade poi è l’espandersi di un’efflorescenza di immagini, fin dall’inizio inquietanti, poi sempre più minacciose, all’interno di una psiche. Ciò che il solitario flâneur cerca vagando per la città non è la vita pulsante, ma un «naufragio a Parigi». La prosa «si accende a intervalli, diventa incandescente, si spegne» (Zampa). Molte volte, percorrendo questi brevi blocchi di parole, abbiamo l’impressione di contemplare uno di quei cornicioni neri dietro cui il fuoco divampa e che rimangono per un tratto immobili, nel silenzio, prima che sopraggiunga, «il fragore tremendo». E l’opera di sottile, alchemica dissociazione che qui si compie vale a creare una nuova sostanza psichica, in attesa delle visite dell’Angelo.

 

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