Paul Di Filippo & China Miéville & Michael Moorcock & Geoff Ryman - Le città del domani


 

 

 

 

 

 

 

 

Paul Di Filippo & China Miéville & Michael Moorcock & Geoff Ryman

Le città del domani




Fanucci, 2004

 

Metropoli reali trasfigurate nel racconto, fantasiose visioni di un futuro allucinato, trasalimenti surreali e post-apocalittici, in un'antologia estremamente densa e godile, curata da Peter Crowther, uno dei più autorevoli editor di fantascienza oggi in circolazione, già insignito del prestigioso Premio Hugo. Sono quattro le narrazioni ordinate in sequenza. S'incomincia con Paul Di Filippo, autore già impostosi con 'Steampunk'. La sua è una città lineare, nella quale un'unica grande arteria separa letteralmente il paradiso dall'inferno. Grazie ad un'ambientazione che recupera atmosfere noir, pregne di jazz e bassifondi, utilizzando uno stile di scrittura controllato ma allo stesso tempo elegante, ricco di suggestive metafore, s'ibridano le influenze di matrice fantasy con i temi tipicamente propri della fantascienza speculativa. Crowther ci rende partecipi delle importanti evoluzioni di una scena letteraria assai vitale, da non trascurare per qualità ed intuizioni, tutti attributi altrettanto vividi pure nel secondo racconto, opera di China Miélville, accortamente ispirato dal 'barocchismo intellettuale' di Jorge Luis Borges. Splendido lo sviluppo della trama, con gli esseri 'imago', incarnazioni dei riflessi dietro la superficie degli specchi, che hanno invaso Londra, fra strade, piazze e stazioni fatiscenti della metropolitana: per gli umani l'unica soluzione possibile rimane la resa senza condizioni. Ancora pregevole, anche se eccessivamente frammentato, il racconto breve di Michael Moorcock, autore di 'Madre Londra' (e di tanta fantasy di pregio), attorcigliato un poco nei distopici paesaggi di una New York segnata dagli effetti dell'11 Settembre. Geoff Ryman, per finire, ci condurrà all'interno di un ospizio del futuro nel quale sono gli anziani a terrorizzare i giovani. Il riferimento alla città è vissuto in questi testi come un immaginifico scenario d'ambientazioni inconsuete solo trasversalmente traghettando più teorici approcci sulla natura degli agglomerati metropolitani.

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