Vilfredo Pareto |
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Trattato di sociologia generale |
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UTET, 2013 |
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Vilfredo Pareto è certamente, tra tutti i sociologi della storia delle scienze sociali dell’epoca contemporanea, quello la cui opera dà luogo a tali e tante controversie, che risulta quasi impossibile darne un giudizio complessivo più ο meno imparziale, un giudizio condiviso, almeno nelle grandi linee, dalla comunità sociologica. Considerato dagli uni un precursore dell’ideologia fascista perché fustigatore del sistema democratico ed avversario implacabile delle filosofie umanitarie, ο perché le sue analisi mostrano con crudezza ed anche compiacenza che solo ad una minoranza sono riservate le possibilità di comandare e le capacità di farsi ubbidire; accusato da altri di sconsacrare ed irridere valori, simboli e norme su cui si fondano le società e di negare troppo facilmente l’esistenza di verità sociali e d’ideali collettivi ad evidente vantaggio della forza e dell’astuzia, Vilfredo Pareto, e non vi sono più dubbi di sorta, è un autore che scatena passioni, collere, ostilità, entusiasmi talvolta troppo baldanzosi. Anche quelli, e non sono numerosi, che gli riconoscono il merito d’avere elaborato uno schema analitico capace di rendere conto delle costruzioni ideologiche e dei processi attraverso cui ci si procura l’egemonia, restano sovente sconcertati dal suo eccessivo relativismo, dal suo scetticismo estremo, dal suo atteggiamento impavidamente cinico, insomma da quello che è stato chiamato, con una formola icastica ma impropria, il «machiavellismo paretiano». Da una diecina d’anni a questa parte però, l’opera di Vilfredo Pareto non è più ostensibilmente ignorata, e comunque è meno criticata ingiustamente. Talcott Parsons ha continuato a mostrare con perspicacia che il punto cardine della riflessione paretiana è il concetto di sistema, con i connessi concetti di struttura e di funzione. Jean Piaget è riuscito a fare apprezzare l’importanza delle nozioni paretiane d’equilibrio, d’interazione e di comunicazione, mentre Joseph Schumpeter, Raymond Aron, Ralf Dahrendorf e Norberto Bobbio hanno indicato come lo studio dei processi non-logici si trovi al centro dell’analisi politica e come i conflitti d’autorità e le lotte per l’egemonia ritmano e condizionano la vita sociale. La recente sociologia matematica s’è impadronita della nozione di globalità post-analitica quale la teoria del sistema sociale paretiano rende più esplicita di quella pre-analitica di Emile Durkheim. Certo i modelli moderni di sistema s’avvalgono non delle equazioni differenziali paretiane bensì di circuiti cibernetici e della teoria dei giochi, tuttavia non c’è più dubbio: questi sviluppi trovano la loro origine nella straordinaria, e purtroppo assai impetuosa immaginazione sociologica del Pareto. |
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Vilfredo Pareto - Trattato di sociologia generale
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