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Giorgio Montefoschi |
La casa del padre |
Vincitore 1994 |
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(Edizione Bompiani, 1994) |
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Tre generazioni di una famiglia romana sono protagoniste del romanzo di Giorgio Montefoschi. Pietro Bellelli ha vent’anni all’inizio di questa storia, quando la famiglia decide di trasferirsi di nuovo nella vecchia casa dove lui e le sue due sorelle hanno trascorso l’infanzia: è un ragazzo apprensivo, nostalgico, disponibile a credere in un evento che presto accadrà. Ma un ombroso pudore dei propri sentimenti lo separa dal padre, imputato d’esser debole, incapace di risolvere gli enigmi del mondo. Padre e figlio vorrebbero amarsi; si osservano da questa distanza. Poi, amore e morte cadono insieme sulla scena del sofferto conflitto. E passano gli anni. Pietro ha cercato in altri la figura paterna, s’è sposato, di nuovo ha cambiato casa. Ora è suo figlio, Mario Bellelli, all’incirca ventenne a scrutare il corso dei suoi pensieri. Mentre egli stesso, Pietro, rivolge a sé le domande che un tempo rivolgeva al padre, e si chiede perché tutto gli sembri estraneo e come mai debba sentirsi colpevole come un traditore, colmo di un rimpianto oscuro. Di nuovo padre e figlio sono uniti e divisi. Ancora restano impenetrabili gli enigmi del mondo. E nessuna dimora, nessuna casa del padre, neanche la ricchezza della memoria che s’è accumulata, sembrano poter placare l’ansia di Pietro e Mario Bellelli. Finché un’improvvisa leggerezza, un’innocenza fin qui sconosciuta, preparano un vero e proprio colpo di scena, dal quale dovremo apprendere che non esistono padri e figli. Poiché siamo tutti padri, tutti figli, ospiti della medesima casa. |
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Giorgio Montefoschi - La casa del padre
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