Il Quaderno - José Saramago


 

Il Quaderno



Bollati Boringhieri, 2015 (Prima pubblicazione: 2009)

 
 
Il Quaderno raccoglie interventi che Saramago ha scritto dalla sua residenza di Lanzarote tra il settembre 2008 e la fine di marzo 2009. Non un romanzo, non un’opera teatrale né una raccolta di poesie: genere, quest’ultimo, che Saramago stesso dice di aver frequentato poco. Eppure, a chi si appresta a leggere queste pagine il dubbio sorgerà: perché di poesia – tra quelle righe fulminee e taglienti, capaci di stilare una spietata cartella diagnostica del nostro presente – ce n’è, eccome. Se a scandire il tempo e a dettare l’urgenza di queste cronache sono gli accadimenti del mondo (dagli ultimi atti della presidenza di George W. Bush alle intemperanze del nostro presidente del consiglio, dalla crisi finanziaria che ha sconvolto i mercati occidentali alle polemiche su Guantánamo, dalla libertà limitata di Roberto Saviano ai recenti bombardamenti sulla Striscia di Gaza), sono nondimeno momenti di vera poesia e di straordinaria bellezza quelli contenuti nelle pagine sulla notte in cui Obama ha vinto le elezioni americane, il ricordo dedicato a Fernando Pessoa, l’omaggio alla città di Lisbona, o l’episodio del ritorno alla Torre di Belém della statua dell’elefante che dà il titolo al suo ultimo romanzo (Il viaggio dell’elefante, Einaudi, Torino 2009). E il tono, come il cielo su Lanzarote, cambia di conseguenza, indomito e imprevedibile: dalla sapiente grammatica della prosa lirica, dove ogni parola è ponderata, adagiata al posto giusto, a tenere il ritmo della meditazione, all’irrompere violento dello sdegno nelle invettive contro i recenti attacchi alla democrazia, alla libertà religiosa e ai diritti umani, cui abbiamo assistito e assistiamo in Europa e oltreoceano, ma soprattutto contro la minaccia alla libertà di espressione, che il Nobel portoghese difende col furore dello scrittore che sotto Salazar ha conosciuto le durezze della censura. «Un libro di vita», lo definisce Pilar del Rio, sua traduttrice spagnola e compagna di vita da oltre quindici anni. E un’esortazione a non confondere le utopie con più pallide speranze.


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