Elfriede Jelinek
La voglia
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Frassinelli, 1990 (Prima pubblicazione: 1990)
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Per paura dell'Aids, il direttore di una cartiera situata in una valle alpina è costretto a rinunciare alla propria sfrenata vita sessuale e a ritornare alla moglie Gerti. L'uomo, rispettato e adulato in paese, poiché la sua azienda dà lavoro alla maggior parte della popolazione, è in privato un individuo gretto, brutale, senza scrupoli, assediato da insaziabili appetiti che soddisfa obbligando la donna a una schiavitù sempre più esasperata. Lacerata tra il ruolo di madre e quello di oggetto di piacere, Gerti cerca invano rifugio nell'amore per uno studente, che tuttavia la umilia con crudeltà, spingendola in un'inesorabile corsa verso la tragedia. Un romanzo forte e trasgressivo in cui con tono secco e distaccato l'autrice dipinge con clinica freddezza scene di infuocata e torva sensualità. Dando corpo a una feroce accusa contro l'oppressione della donna, la Jelinek si affida da un lato al linguaggio e dall'altro alla scelta dei personaggi. Nel primo caso adotta uno stile del tutto particolare e una terminologia che attinge al gergo della pubblicità, della burocrazia, delle riviste maschili e persino ai graffiti metropolitani, nel secondo mette in scena due protagonisti assolutamente impersonali, che nell'anonimità, nella meccanicità del loro rapporto sembrano ridursi a puri simboli di quella lotta eterna di sopraffazione che la scrittrice vuole denunciare. Una narrazione inquietante, dal fascino torbido, dalle situazioni crude e scabrose che ha suscitato al suo apparire in Germania un acceso interesse. Autrice di romanzi e lavori teatrali, vincitrice del prestigiosissimo premio Boll nel 1987, Elfriede Jelinek, austriaca di nascita, è una delle scrittrici più interessanti della Germania d'oggi.
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