Oggetto quasi - José Saramago


 

Oggetto quasi



Feltrinelli, 2014 (Prima pubblicazione: 1997)

 
 
“La cosa più strana è che sia scomparso il palazzo intero, perfino le fondamenta. Sono rimasti solo gli scavi” E se gli oggetti sfuggissero alla loro natura di muti testimoni, per diventare diversamente protagonisti, soggetti dotati di un proprio pensiero e proprie capacità decisionali? Nell’immaginario surreale di José Saramago può succedere. Gli effetti di questo spostamento onirico sono straordinari. Gli oggetti assumono una personalità e un’inedita moralità, ribellandosi ai loro proprietari e guidandoli in comportamenti bizzarri e autolesionistici. Nei racconti di questo libro – raccolti nel 1978 – l’e-pidemia di indipendenza delle cose si diffonde e si radicalizza. In Sedia la protagonista è una sedia occupata da un uomo che al rallentatore viene indotto a cadere (metafora neppure troppo velata della fine del dittatore portoghese Salazar, morto in seguito a una rovinosa caduta da una sedia). In Embargo invece, un racconto ambientato ai tempi del blocco petrolifero sancito dai paesi arabi, l’auto utilizzata da un comune impiegato per andare a lavorare diventa protagonista. Non solo essa si ribella, decidendo fermamente di bloccare il conducente con le cinture di sicurezza, ma porta l’uomo alla morte, in una struggente scena finale di fronte all’oceano. Questi, insieme ad altri quattro racconti, compongono un libro straordinario per capacità creativa e scrittura, degno delle migliori pagine del grande autore portoghese, in cui appare al meglio la sua grande vena fantastica e surreale.


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