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Alcide Paolini |
titolo |
finalista 1983 |
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Bompiani, 1983 |
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Il giudice Luca Manconi, in fama di magistrato inflessibile, sta seguendo il caso di una donna ambigua e bellissima, vittima di un feroce regolamento di conti. Intanto la sua vita privata, di scapolo misogino, scorre apparentemente normale, regolata da riti precisi: visita settimanale al padre malamato, serata fissa con una discreta dispensatrice di favori, cena dagli amici Paolo e Giulia... Finché, ad un tratto, la crisi coniugale di questi ultimi, da Luca stesso istintivamente alimentata, scoppia all'improvviso sconvolgendo la protettiva routine del magistrato, fino a farne affiorare una nuova, insospettata personalità. Infatti, quando Giulia, abbandonata da Paolo, chiede aiuto proprio a Luca – che l'ha sempre odiata, perché l'ha sempre temuta e forse amata – egli ne diventa l'amante. Ma Giulia non è una donna facile: è un groviglio di istinti, e Luca, incapace di dominarne le pulsioni, ne rimane soggiogato. Incomincia così per il protagonista, una specie di lotta con se stesso, nel vano tentativo di difendere la sua immagine di uomo tutto d'un pezzo, dietro la quale si è sempre rifugiato, dalle tentazioni e provocazioni della giovane donna, che rapidamente mette a nudo la sua finzione. Questo l'avvio di un romanzo che potremmo definire "fisiologico", tanto è incollato come una pelle alle cose, alle vicende, ai sentimenti, alle avventure di Luca, di Giulia, e di Anna, che si inserisce in questo rapporto con tutta la sua carica di donna-rifugio – esempi realistici fino alla sofferenza di quella che viene comunemente chiamata la crisi dei valori nella società di oggi. Ma l'"eterna finzione" non è solo quella del protagonista, in perenne fuga da se stesso o delle due donne, alla ricerca ostinata di una identità che le affranchi dai ruoli prestabiliti, ma anche quella del mondo attuale, con le sue regole sempre più lontane dalle esigenze primarie dell'uomo. L'eterna finzione è un romanzo dal fascino iperrealistico, nel quale l'amore più sofferto si mescola alla tensione poliziesca, il ritratto ambiguo di una città (Milano, vista nei suoi aspetti più inediti e contraddittori), alla professione del giudicare, il mondo aleatorio d'oggi a un finale scioccante carico di premonizioni. |
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Alcide Paolini - L'eterna finzione
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