Pier Maria Pasinetti - Dorsoduro



Pier Maria Pasinetti

Dorsoduro

finalista 1983

Rizzoli, 1983

 

Molti nomi di molte famiglie si intrecciano fin dall'inizio del nuovo romanzo di Pier Maria Pasinetti, ambientato fra i canali, i campi e le calli del sestiere di Dorsoduro a Venezia: Balmarin, Bialevski, Tolotta Pelz, Berg, Passina, Rutigliano ... Ma per il modo semplice e reciso, per l'assoluta naturalezza con cui gli sono proposti, il lettore sente che deve dar loro una immediata fiducia. La voce narrante è quella di un veneziano sulla sessantina, Giorgio Partibon, già apparso ragazzo in Rosso veneziano e più tardi nel Ponte dell'Accademia. La Venezia che Giorgio rievoca qui è quella della sua infanzia precoce, verso la fine degli anni Venti. Sicché lo sfondo storico è quello di un fascismo che alle immagini della violenza tentava di sostituire quelle dell'ordine e della disciplina, e di un mondo che, a dieci anni dal primo conflitto mondiale, firmava astratti impegni per l'abolizione della guerra come forma di rapporto fra le nazioni. Echi di tutto questo scalfiscono appena la realtà della vita a Dorsoduro. Certo, anche qui la presenza del fascismo può avvelenare animi, provocare lacerazioni dolorose e insieme grottesche; ma questi fatti sono immersi nel quotidiano scorrere dei giorni, si disciolgono in quel flusso più vasto e composito che è la vita varia, avvincente, inesauribile di un gruppo, di una comunità. Tra i bagni del Lido, le banchine del Canale della Giudecca dove approdano i transatlantici, la parrocchia di San Trovaso, i vinai, i caffè, le scale, le mansarde, le stanze da letto fredde d'inverno e infuocate d'estate, i personaggi di Dorsoduro si affollano e premono con una caparbia forma d'urgenza. Sono le loro vicende, umorose o commoventi, quelle che contano: sono soprattutto loro a far sentire la propria voce, con la forza istintiva e confusa di chi reclama la vita. Gli amori (come quello spontaneo, dolce e perverso che vede a protagonisti il giovane Annibale, la più matura Polly e la più piccola, sfortunata Giovanna), le passioni, i contrasti, con tanto maggiore evidenza, con tanto più intensa suggestione riempiono la scena di Dorsodu­ro, quanto meno clamorosi e più quotidiani sono i gesti e i discorsi di chi li vive. Ecco così che il lettore - mentre si addentra in questo grande romanzo corale, si familiarizza con i suoi luoghi e le sue trame, e ne coglie il vasto respiro – si accorge per quale motivo fin dall'inizio ha avuto fiducia in quei nomi: perché nascondevano al fondo – e ora lo hanno svelato – il segreto semplice e oscuro che ci accompagna ogni giorno.

 

Nessun commento:

Posta un commento