Anna Banti - Le mosche d'oro





Anna Banti

Le mosche d'oro

Candidato 1962

(Edizione Mondadori, 1961)

 

È un romanzo che potrà risultare inatteso, anche se dai primi suoi libri, compresa quell'Artemisia che vibra di tutte le risonanze dell'anima moderna, Anna Banti è sempre mossa da una strenua scelta di temi e motivi della società e della moralità d'oggi. Ma non era mai pervenuta a centrarli con l'accanita asciuttezza e insieme la fedeltà più spregiudicata alla registrazione dei fatti, in breve con la libertà narrativa de Le mosche d'oro. Qui la sua presa di posizione è ancora più ardua e decisa che nei precedenti romanzi e racconti e investe uno dei problemi chiave della gioventù del nostro tempo: il mito della disponibilità e dell'anticonformismo, l'ambizione di arrivare alla felicità per la felicità, bruciando vanamente, al di là di una moralità consapevole, la propria esistenza. Affrontando una realtà cosi volutamente oggettiva, inseguendo alternativamente le vicende parallele di due giovani vite, la Banti si è avventurata allo scoperto: e senza venir meno alla tagliente acutezza dei suoi tracciati psicologici ha raggiunto una semplicità e un'agevolezza narrative da roman de moeurs, che costituiscono una sorprendente novità non soltanto formale.

 

 



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