Antonio Barolini - Le notti della paura



Antonio Barolini

Le notti della paura

finalista 1967

Feltrinelli, 1967

 

Rinserrato in un appartamento, in cima ad una specie di torrione, nel cuore del labirinto di Venezia, "vecchio sacco, sporco, pieno di buchi, di polvere, di rattoppi, di pieghe," un uomo braccato dai tedeschi e dalle sue paure, costretto a non affacciarsi neppure alla finestra e condannato a veder solo scorci di cielo e di case, non ha più che pochi mezzi di comunicazione col mondo: una ragazza esaltata e preda di una sensualità oscura e frenetica, un militante cattolico di stirpe contadina inurbata disperatamente percosso dalla violenza del suo impegno religioso e dei suoi istinti ancora poco noti a se stesso, e un vecchio patrizio, mezzo russo mezzo veneziano, chiuso in una sua fantastica caccia all'alcool e in certi favolosi ricordi del passato... Ma è una comunicazione complicata: la ragazza, fremente di vitalità, dominata da una complicata storia di eredità psicologiche, gli discopre a poco a poco d'avere un'esistenza ben più intricata di quel che l'uomo avesse immaginato; e l'arrivo dell'attivista cattolico, ruvido e impetuoso come una prepotente vegetazione spinosa, precipita la rivelazione della vera natura della ragazza e apre a quest'uomo che ha creduto di amarla un'inquietante finestra su un mondo diverso da quello a cui è stato abituato fin li. I tre passano insieme, in una promiscuità disperata, notti insonni, lunghissime diatribe, risvegli angosciosi, un susseguirsi di fughe e di apparizioni, fino a che la morte e il pericolo vuotano la casa, abbandonandola alla torbida ansia della fanciulla... L'uomo è un umanista, insofferente di istituzionalità, un cattolico "cinico" in cerca di una nuova dimensione della propria fede; il militante ha la rivelazione della sua natura più oscura; la ragazza insegue un suo febbrile sogno di redenzione: così ciascuno di loro patisce una propria via di Damasco. In questo clima accesamente spirituale, dove, come ha scritto Maritain, "la stessa impudicizia della letteratura contemporanea risponde ad una necessità segreta e possiede una specie di significato escatologico" Barolini ha fondato, per la seconda volta dopo Una lunga pazzia, questo suo nuovo romanzo sul dramma della religiosità cattolica contemporanea: la notte, la paura, la persecuzione, l'esilio senza speranza di ritorno, la morte senza resurrezione sono per Barolini il castigo di chi non vuole affrontare i termini di una rinnovata vigorosa etica cristiana in aperta polemica contro la pseudomorale delle forme, che sta diventando indolente istituzione del costume sociale latino; e invece il solo proposito di soffrire con abnegazione gli stimoli di quest'etica cristiana è già, nel fatto, azione di fede in chi ne difetta, presenza che la grazia perfezionerà. Come i personaggi di Le notti della paura anche Barolini indica al lettore, cattolico e no, la via per uscire coraggiosamente dalle catacombe di millenari pregiudizi.

 

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