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Carlo Coccioli |
La casa di Tacubaya |
Candidato 1982 |
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(Edizione Editoriale Nuova, 1982) |
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Un tormentato itinerario religioso attraverso il cattolicesimo, l'ebraismo e ora l'induismo è la linea sottile che corre nelle pagine di questo monologo narrativo, scandito in versetti: autobiografia spirituale, che è a un tempo rivisitazione delle "care memorie" familiari sullo sfondo della megalopoli messicana, dove lo scrittore vive da decenni. La Casa di Tacubaya è il centro degli Hare Krishna a Città del Messico, dove il protagonista approda dopo aver letto un opuscolo che un gruppo di ragazzi con la testa rapata e le vesti orientali color zafferano gli hanno venduto all'angolo di una strada. E qui, finalmente, trova la risposta a una domanda che lo ha accompagnato angosciosamente nella sua "Cerca": come si può conciliare il dolore che colpisce anche esseri innocenti con l'infinita bontà di Dio? In una scrittura concitata, che accumula autoanalisi e meditazione, riflessione teologica e illuminazione mistica, cronaca quotidiana e rievocazione del tempo ritrovato, Coccioli tenta disperatamente di penetrare nei territori del Mistero, coniugando Oriente e Occidente, Monoteismo e "Politeismo", abbracciando i raggi della Grande Ruota, che convergono tutti nel centro immobile e unificante. La Casa di Tacubaya, che non ha riscontro in altre opere della nostra letteratura, diventa Romanzo dela Conoscenza nella nostra epoca post-moderna. |
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Carlo Coccioli - La casa di Tacubaya
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