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Enrico Morovich |
Piccoli amanti |
Candidato 1991 |
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(Edizione Rusconi, 1990) |
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Attorno al mondo delle sorelle Ginetta e Rina Kafich ruotano i vari personaggi che vengono a comporre, come in un mosaico d'ambiente, i tasselli di Piccoli amanti, romanzo che si sviluppa nelle rarefatte atmosfere dannunziane degli anni Venti, tra Abbazia, Fiume, Postumia, Gorizia, Trieste e dintorni. Nell'albergo Miramare, che Nando e Ginetta conducono, si incontrano spesso coppie di amanti occasionali. Per lo più ve li invia Carlo Becker, l'amico di Rina, cameriere presso il ristorante Malvasia e uomo di fiducia della signora Gurup, una vecchia strozzina che presta danaro ad usura. A travolgere l'esistenza programmata della Gurup giunge un giorno la giovanissima nipote Rosina. Piena di vitalità, e dotata di una innocente maliziosa disinvoltura, la ragazza si trova presto a sconvolgere un mondo dove piccoli uomini, e non meno misere donne, cercano di sfuggire alla precarietà dell'epoca, giocandosi la vita nel piacere sensuale. In una girandola di piccoli colpi di scena, che l'autore amministra con misurata perizia narrativa, lentamente, ma inesorabilmente si inserisce, fra quei fantasmi di uomini - protagonisti e comparse, dediti tutti a vivere alla giornata - l'ombra della Morte, quasi a sancire l'inconsistenza del gioco per il quale tutti si agitano tanto. Romanzo un po' anomalo nella produzione di Enrico Morovich, Piccoli amanti, scritto a Pisa in età matura, riconduce alle atmosfere fiumane di Non era bene morire (1937) e di Contadini sui monti (1942), con in più una nota di struggente nostalgia per la patria lontana. |
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Enrico Morovich - Piccoli amanti
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