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Gian Antonio Cibotto |
La coda del parroco |
Candidato 1958 |
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(Edizione Bompiani, 1987) |
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Il nome di G. A. Cibotto non è certo inedito nelle cronache letterarie italiane. Ma questo libro rappresenta la sua consacrazione di narratore autentico. La fantasia di Cibotto si pone a servizio di una sensibilità irrequieta e nervosa, che unisce a una capacità sapiente di linguaggio, una risoluta tensione morale. Sono sei racconti che affrontano temi, ambienti e situazioni fra le più diverse o addirittura distanti; ma si potrebbe parlare, forse più esattamente, di sei capitoli di un romanzo autobiografico che racconta l'itinerario di un'esperienza maturata attraverso la distruzione progressiva dei vari miti, dai sogni infantili della gita parrocchiale all'ideale caritativo dell'adolescenza, dal culto «dell'amicizia all'equivoco della generosità. Sotto una patina esterna di spregiudicatezza, (nessuno, forse, ha mai rappresentato con così aggressiva decisione il paesaggio umano degli «amatori d'anime». Resiste sempre una lucida consapevolezza umana, che riesce a salvare, sia pur dolorosamente, l'autore-protagonista. E in questo senso si può a giusta ragione parlare, per Cibotto di un superamento della stagione neorealista; in quanto è proprio in una sorta di fermentante contrappunto di slanci appassionati verso le cose, e di ripiegate delusioni, che la sua presa realistica giunge ad esprimere la propria lezione segreta: bisogna compromettersi per intero se si vuole conoscere davvero la realtà e ricavarne spiritualmente qualcosa. |
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Gian Antonio Cibotto - La coda del parroco
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