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Gian Piero Bona |
Passeggiata con il diavolo |
Candidato 1983 |
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(Edizione Garzanti, 1983) |
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Non ha un nome. Di lui conosciamo soltanto i molti soprannomi: Jeanjin, Giangino, Hin, Ghin… È un intellettuale borghese, di cultura mitteleuropea. Il suo amore per la musica di Wagner e le qualità medianiche di cui è dotato ci inducono a vedere in lui un'incarnazione del «puro folle». Non meraviglia che da ragazzo gli sia toccato di vivere un'esperienza straordinaria. Un giorno d'estate del lontano 1938, sulla cremagliera che da Saint-Moritz sale verso le vette del Bernina, caduto in stato di trance, ha predetto la tragedia della seconda guerra mondiale e la fine del Terzo Reich. L'esperienza ha un seguito vent'anni dopo, quando nel 1963, nello stesso albergo dove aveva alloggiato ragazzo, avviene l'incontro di Jeanjin con l'inquietante Herr Nuajocks, le cui maniere eleganti nascondono una volgarità di «animale mimetizzato alla corteccia della Storia». Da qui prende avvio una vicenda strana e terribile che, attraverso le visioni di Ghin, ci conduce dalla valle dell''Engadina ai gioghi dell'Himalaia, «culla del mito della razza ariana», e ai luoghi che furono teatro delle ciniche imprese erotico-macabre di Himmler e Heydrich, di Rosenberg e di Hitler, e dei loro «eroici» seguaci. Se per Il silenzio delle cicale la critica aveva additato i modelli di Bona nei grandi narratori austriaci del Novecento, viene qui spontaneo il richiamo al Doktor Faustus, anche per certe atmosfere e riflessioni metastoriche, e alla Montagna incantata. Il medium Jeanjin (medium anche tra il Diavolo e lo scrittore) e il giovane Faust tentato dal segreto esoterico nascosto nelle pieghe profonde della Storia, e Herr Naujocks è il suo Mefistofele (e daìmon), che lo conduce per mano sino a un sorprendente, grottesco finale. Un finale che proietta sull'oggi e il futuro un Leitmotiv di inalterata violenza. |
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Gian Piero Bona - Passeggiata con il diavolo
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