Gino De Sanctis - Il minimo d'ombra



Gino De Sanctis

Il minimo d'ombra

finalista 1967

Edizione, 1967

 

Gino de Sanctis appartiene a quella bene individuata pattuglia di giornalisti che sono stati testimoni del più drammatico trentennio italiano, dal primo al secondo dopoguerra, dove le tensioni ideologiche e sociali sono scoppiate con violenza falciando le generazioni nell'intero pianeta. In questo trentennio, l'Europa è passata dal ruolo di protagonista, di soggetto della Storia, al ruolo di oggetto della storia. De Sanctis ha saputo con una prosa breve, stringata, sul filo di una trama chiaramente simbolica, renderci il prezzo di sangue, l'angoscia della contraddizione che gli europei hanno pagato prima per resistere a questa fatalità storica, poi per accettarla. I due personaggi, il fotografo e il giornalista, che insieme, legati dal comune «servizio», percorrono tutti i sentieri della violenza, dalla guerra etiopica del ‘35 alla guerra d'Albania, alla lotta di liberazione, fino alla campagna d'Indocina e allo «smacco» europeo di Suez. rappresentano i due modi d’accettare la realtà: il modo impassibile, cinicamente «obiettivo» del primo, e il modo appassionato, partecipante dell'altro che cerca di ridurre al minimo le ombre della coscienza. Il minimo d'ombra è dunque un romanzo psicologico. Tuttavia la sua tematica si nasconde abilmente, proprio come fa la preda sul cammino del cacciatore, nell'evidenza quasi visiva dei fatti, dei personaggi. dei paesi. Questa visualizzazione, questo tattilismo, questa sensualizzazione dell'immagine sono i risultati più efficaci del narrare di Gino de Sanctis; così che al lettore sembrerà davvero di montare su quella camionetta e d'inseguire l'allegorica preda nel più spietato viaggio nella coscienza. Molti lettori italiani si accorgeranno di avere più volte tentato la difficile avventura.

 

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